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Presentazione di Glassfish 2

Presentazione dell'application server nato per contrastare il dominio di JBoss e WebSphere
Presentazione dell'application server nato per contrastare il dominio di JBoss e WebSphere
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La sfida degli application server e del modo con il quale i relativi produttori cercano di aprire spazi di mercato si arricchisce, dalla seconda metà di Settembre, con la nuova versione dell'application server di casa Sun: Glassfish 2.0.

L'analisi del gruppo Gartner è molto chiara: la mossa della Sun è un'iniziativa per contrastare il predominio di Red Hat (con JBoss) e IBM (con WebSphere) nella diffusione degli application server. Il management della Sun sa da sempre che strizzare l'occhio alle comunità open source è un buon modo per sviluppare buoni prodotti, diffondendoli in maniera capillare. Il modello di business va evidentemente nell'ottica del consentire l'utilizzo del prodotto in maniera gratuita e del garantire il supporto a pagamento.

Finora le comunità avevano eletto JBoss come application server open source a cui affidarsi, grazie alla stabilità del prodotto che negli anni è diventato così importante da entrare nell'orbita di Red Hat, che non ha fatto l'errore di rendere il prodotto commerciale.

La comunità di JBoss è molto attiva ed ha migliorato nel tempo l'application server tanto da farlo diventare la soluzione enterprise più adottata in assoluto.

Sul versante commerciale è invece IBM (ed anche Bea) ad avere sempre avuto la meglio sulle soluzioni enterprise in ambiente J2EE. Probabilmente anche grazie ad una struttura commerciale (quella di IBM) che è paragonabile solo a Microsoft in termini di grandezza.

La Sun, dal momento della messa in piedi della piattaforma J2EE è stata sempre un po' al margine, giocando un ruolo di secondo piano, pur essendo quella che forse più avrebbe dovuto aspettarsi un ritorno nelle vendite. Il suo prodotto Sun Application Server, non ha mai avuto grosse attenzioni. Un prodotto commerciale, probabilmente anche un buon prodotto, senza però mai entrare in competizione nel mercato degli application server.

La storia di Glassfish nasce due anni fa, quando la Sun decise di distribuire il codice sorgente del proprio application server insieme ad un progetto di Oracle (TopLink) per la gestione della persistenza. Il prodotto, sviluppato sotto licenza GPL (GNU Public Licence) e CCDL (Common Development and Distribution Licence) è diventato una comunità di sviluppo molto attiva e lo scorso mese è stata rilasciata la versione 2.

Ma qual è la particolarità a rendere tanto importante questo application server? Senza dubbio il fatto di essere il primo prodotto non commerciale (Bea Weblogic lo aveva già fatto) ad aderire alle specifiche JEE 5 e a superarne i test. L'annuncio ha ovviamente creato un notevole interesse intorno a questo prodotto, in quanto consente a chi desidera utilizzare le innovazioni portate da JEE 5 di poter iniziare a farlo, ovviamente installando sul nuovo application server.

È per questo che il prodotto si pone come diretto concorrente di JBoss e della sua community (molto nutrita), avendo fatto un passo in avanti dal punto di vista tecnologico.

Le novità portate da JEE 5 sono principalmente legate allo sviluppo degli EJB (nella loro versione 3.0) e ad una più facile integrazione ed utilizzo dei web services. La nuova versione del linguaggio porta infatti con se la possibilità di sviluppare il codice in maniera dichiarativa utilizzando dei particolari tag di commento. Questo porta in alcuni casi dei notevoli benefici, che ora, grazie a Glassfish possono essere messi in atto.

JBoss, giusto per citare il concorrente più diretto, presenta la versione 5 del suo prodotto (in fase beta) che dà la possibilità di utilizzare gli EJB3.0, ma non si tratta dell'implementazione finale, in quanto non tutti i test sono stati superati (perché un prodotto sia compliant deve superare i test case definiti dalle specifiche).

Addentriamoci nelle caratteristiche tecniche del prodotto, cercando di capire quali peculiarità (oltre al fatto di essere JEE 5 compliant) lo rendono così interessante.

  • Open source sviluppato da una community
  • JEE 5 compliant
  • Supporto ai web services
  • Supporto ad AJAX
  • Supporto ai framework più usati

Il fatto di essere un prodotto sviluppato da una community molto attiva e numerosa è un punto a favore del prodotto, sia in termini di marketing, sia in termini di manutenzione. Open source (o software libero, all'italiana) non è più sinonimo di prodotto scadente, tutt'altro. In pratica tutte le aziende di sviluppo software hanno appreso l'importanza di aprirsi al mondo delle comunity (ultimamente anche Microsoft ha rilasciato alcuni prodotti open source). Il beneficio di immagine è tangibile, soprattutto in un periodo di social networking, dove le comunità la fanno da padrona.

Anche lo sviluppo del prodotto trae enormi benefici. La scoperta di bug e la risoluzione diventano un gioco, il cui premio è la manutenzione del prodotto in tempi rapidissimi.

Il fatto di essere JEE 5 compliant e di essere al momento l'unico prodotto open source ad esserlo è importante in quanto il prodotto acquisisce una posizione di leadership. Gli altri player saranno però in grado di replicare a stretto giro di posta. Nel frattempo saranno migliorati gli strumenti di sviluppo e gli IDE con cui il prodotto si integra. In particolare NetBeans, altro strumento free fornito da Sun, presenta delle versioni con Glassfish integrato. Lo sviluppo di applicazioni trae quindi vantaggio dall'integrazione con questo tool, molto apprezzato anch'esso dalle comunità.

L'importanza dei web services e delle architetture orientate ai servizi (SOA), quindi dell'interoperabilità, fa si che un supporto alle tecnologie di base per facilitare il lavoro di progettazione, sviluppo e test di un servizio, diventi un punto fondamentale della discussione.

Attraverso l'integrazione dei progetti Open ESB e Project Metro, il prodotto fa si di ottimizzare l'esecuzione dei web service in maniera eccellente. Entrambi i progetti vanno nell'ottica di ottimizzare la gestione dello stack protocollare dei web services, cercando di rendere più veloce l'esecuzione.

Uno strumento di gestione, fatto appositamente, ci consentirà di identificare i diversi servizi presenti sulla macchina e di effettuare le operazioni di testing, tracking ed eventuale modifica dei web service installati sul server.

L'altra parola magica è AJAX. Avere un prodotto che semplifica (o magari automatizza) alcune operazioni di scripting (necessarie allo sviluppo di applicazioni AJAX) permette di ridurre notevolmente i tempi di sviluppo. Glassfish lo fa attraverso una serie di plugin che facilmente vanno ad integrarsi al core del prodotto. Per AJAX, ad esempio, è stato sviluppato il prodotto DWR Ajax toolkit, che, appunto, aiuta lo sviluppatore nelle più comuni operazioni di disegno di interfacce utilizzando tecniche AJAX.

In definitiva è proprio questa possibilità di integrarsi con i più comuni framework a fare di Glassfish un sicuro prodotto di successo nel mondo degli application server. La presenza di innumerevoli plugin che vanno facilmente ad integrarsi con il prodotto consentono una migliore gestione di tutte le componenti di una web application enterprise (interfaccia, gestione della persistenza, ecc), permettendo per ognuna di esse di scegliere il framework più adatto allo sviluppo. In un paradigma di sviluppo che sempre di più si sposta verso la programmazione e l'integrazione di componenti, diventa un chiaro punto di successo.

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